IL SUCCESSO, IL SIGNIFICATO E L’IMPORTANZA
DELL’OPERA

Il dibattito sui restauri della basilica marciana non solo diede avvio all’opera di documentazione fotografica e grafica realizzata da Ongania, ma ebbe anche immediate ricadute positive per la conservazione del monumento.

Nel 1881, anno d’inizio della pubblicazione, venne istituito lo Studio di Mosaico interno alla basilica: da questo momento in poi, prima di qualsiasi intervento, si registrava lo stato di conservazione dei mosaici da restrutturare con calchi di carta, che venivano poi dipinti per riprodurre fedelmente la forma ed il colore delle singole tessere. Alcuni di questi calchi furono esposti alla mostra universale di Parigi del 1888, contribuendo alla testimonianza dei nuovi metodi di restauro elaborati dalla Fabbriceria della basilica di San Marco.

Tra i numerosi riconoscimenti attribuiti a Ferdinando Ongania per l’opera sulla Basilica di San Marco la più prestigiosa è la medaglia che il re Umberto I volle conferirgli nel 1889.

L’importanza e l’attualità dell’opera di Ongania è che ci consente di valutare il degrado dei modellati scultorei, degli apparati decorativi interni ed esterni, quali capitelli, colonne, lastre marmoree, formelle scolpite e statue, oggi ormai aggrediti se non compromessi dagli agenti atmosferici e inquinanti. Le fotografie e i rilievi ottocenteschi testimoniano inoltre la perdita di parti metalliche che completavano l’immagine di statue, quali copricapi, lance o corone e oggetti minori, ed allo stesso tempo ci avvertono del completamento di talune decorazioni musive già allora perdute e successivamente rinnovate.
In tutti questi casi la colossale Opera di Ongania costituisce un imprescindibile elemento di confronto, di studio e valutazione per gli attuali interventi di restauro.